giovedì 25 febbraio 2016

"Il governo rimedi all’errore sull'aborto clandestino".

Il governo rimedi all’errore sull'aborto clandestinoDepenalizzando il reato, il governo ha alzato fino a 10mila euro la multa per aborto clandestino. Le donne protestano: «Vergognoso nel Paese dell'obiezione di coscienza». Anche dal Pd si chiede di intervenire.


L'Espresso di Luca Sappino
 
Il governo questa volta l’ha fatta grossa, innalzando la sanzione per chi ricorre all’aborto clandestino dai poco più che simbolici 51 euro a 10mila euro. Un più 200 per cento che ha innescato la protesta del movimento femminista e non solo, con una denuncia pubblica e con l’hashtag #obiettiamolasanzione.

Seguendo la protesta, le opposizioni parlamentari, dai 5 stelle a Sinistra Italiana (con la deputata Marisa Nicchi, tra le prime a notare la novità, che ha depositato una mozione), si sono ovviamente scagliate contro il governo, rivendicando di aver presentato diverse interrogazione, anzi, negli ultimi due anni sullo stato di applicazione della legge 194.Possibile di Giuseppe Civati ha anche depositato una proposta di legge «che mira», spiega, «ad assicurare che tutti gli enti ospedalieri e tutte le case di cura autorizzate siano poste nelle condizioni di garantire quanto prescritto dalla legge, disinnescando le conseguenze che – in molte strutture – ha l’obiezione di coscienza».Anche nel partito democratico, però, non hanno gradito la sorpresa contenuta nel decreto che il governo ha approvato il 15 gennaio scorso, quello sulle depenalizzazioni, e che ha sì depenalizzato per la gestante il reato di aborto clandestino ma che ha appunto alzato le sanzioni.


E se le associazioni delle donne parlano di un «gravissimo errore», e chiedono a Renzi di correggere la rotta «per evitare conseguenze incalcolabili», parlando con l’Espresso la deputata Pd Titti Di Salvo (eletta con Sel, e ai tempi firmataria dell’appello di Se non ora quando) si dice sicura che di errore si sia trattato: «È stato seguito, sbagliando, quello che è un principio di norma giusto, cioè che quando lo depenalizzi alzi la sanzione amministrativa di un reato», dice, «però è evidente che quello in questione è un reato specifico e legato alle storture di un Paese in cui l'obiezione di coscienza è elevatissima tanto da negare, in alcune zone, quello che la legge riconosce come un diritto». «Il governo deve assolutamente intervenire», riconosce quindi Di Salvo, «e sono certo che troverà il modo per rimediare».

I dati sulla difficile applicazione della legge 194 dovrebbero d’altronde esser noti al governo e al ministro Lorenzin. L’obiezione, alta ovunque - in Lombardia è al 70 per cento - raggiunge punte dell’82 per cento in Campania, del 90 in Basilicata, del 93,3 in Molise.

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